lunedì 20 ottobre 2014

LUMACHE E LIMACCE NELL’ORTO CON BANCALE RIALZATO COPERTO DA PAGLIA. CHE FARE?

    Metto al volo un elenco con le principali azioni (o non azioni) riguardanti l'argomento 'Lumache e limacce nel bancale rialzato coperto da paglia'. In seguito approfondirò meglio gli argomenti trattati. Ho volutamente omesso 'bancale sinergico' per offrire tutto il ventaglio possibile di 'soluzioni' secondo le varie tecniche agricole e scuole di pensiero. 

Cosa farebbe l’AGRICOLTURA NATURALE (FUKUOKA)


    La natura tende sempre a mantenere in equilibrio tutte le sue forme viventi, classificate in buone o cattive solo dall’uomo. L’intervento umano (creazione di un orto, abbattimento di un albero o di un bosco, movimentazione terra, concimi, irrigazioni, antiparassitari….)  rompe questo equilibrio e provoca una reazione della natura volta al suo ripristino. C’è un periodo di disequilibrio in cui si possono verificare infestazioni di vario tipo. 
   Nel caso delle lumache nel bancale rialzato con paglia, quindi, l’intervento umano è stato la creazione dell’orto stesso, l’introduzione di un unico tipo di copertura (la paglia), l’eventuale abbattimento di alberi o cespugli, ecc… Occorre del tempo prima che si riformi l’equilibrio. 
   Secondo l’agricoltura naturale non dobbiamo fare nulla, stare sul panchetto ed osservare, con mente non giudicante, Madre Natura che ripristina l’equilibrio (conoscenza non discriminante, concetto del Mu, ovvero del Nulla come massima espressione di conoscenza secondo il Buddismo Zen)

Cosa farebbe l’AGRICOLTURA SINERGICA

   L’agricoltura sinergica trae spunto dall’agricoltura naturale, ovvero dal fatto che non è necessario fare tutta una serie di pratiche agricole per ottenere un raccolto (Fukuoka infatti ha ottenuto enormi raccolti senza fare ‘quasi’ nulla). Anzi spesso queste pratiche agricole si sono rivelate controproducenti e dannose (aumentando invece che diminuendo il peso del lavoro dell’uomo), tra cui anche quella di ‘combattere’ i parassiti. 
   L’attenzione è posta sulla sinergia che viene osservata crearsi in natura tra tutte le forme viventi e quindi è questa che occorre ricreare dopo che è stato provocato uno sconvolgimento (la creazione dell’orto stesso, l’abbattimento di alberi o cespugli, ecc….).       Dopo una attenta osservazione (qui e in altri ambiti, l’agricoltura sinergica strizza l’occhio ai principi della permacultura, specialmente ‘osserva e interagisci’) è stato visto che:
  • -          Lucertole, orbettini, rospi e ricci sono tra i principali predatori di lumache: predisporre nidi e ricoveri nei paraggi dell’orto per favorirne la loro presenza in pianta stabile (mucchio di sassi per le lucertole, punto umido per i rospi, mucchio di fascine per i ricci)
  • -          Nel frattempo che si aspetta l’arrivo dei predatori, possiamo intanto assicurarci un raccolto (altro principio della permacultura) intervenendo in questi modi, con un’attenzione particolare a non alterare la microbiologia del suolo: sapendo che le lumache strisciano con più difficoltà su superfici polverose o spigolose, mettere sulla paglia aghi di pino, gusci d’uovo rotti, cenere setacciata (poca), barriere fatte cerchi di rame o di plastica con bordi girati all’esterno, ecc…
  • -          Di norma non vengono uccise o eliminate le lumache perché altrimenti i predatori non ne avvertono la presenza e non si trasferiscono nei nidi preparati: la sinergia predatori-prede non si innesca ed il lavoro di contenimento delle limacce rimane tutto a noi.

Cosa farebbe l’AGRICOLTURA BIODINAMICA


   L’agricoltura biodinamica pone il suo punto di osservazione sulle forze che interagiscono in natura. Mette l’uomo al centro (antroposofia) del risanamento del terreno e del ripristino della fertilità, perduta con l’uso di sostanze chimiche e lavorazioni scorrette. La pianta è vista come il filo d’oro che collega la terra al cosmo e l’uomo può aiutarla a ripristinare e fortificare questa connessione, con l’uso dei preparati, con lavorazioni del terreno atte a portare forze di luce (ripper) e col seguire il calendario biodinamico.
   In base alle osservazioni fatte dagli agricoltori biodinamici, gli interventi per il riequilibrio dell’eccesso di lumache sono:
  • -          Raccogliere 50-60 lumache e metterle a bagno in acqua per raccogliere più bava possibile. Prima che affoghino scolarle e collocarle lontano dall’orto. Irrorare con l’acqua piena di bava tutta la superficie dell’orto. E’ stato osservato che una lumaca non striscia volentieri sopra la scia lasciata da un’altra lumaca: con questa pratica si intende lanciare un messaggio di sovraffollamento che scoraggerà le lumache dall’avvicinarsi.
  • -          Raccogliere 50-60 lumache e procedere come sopra, ma lasciando morire le lumache: il messaggio deterrente sarà quello che in quel luogo molte lumache sono morte.
  • -          Macerazioni e incenerimenti non li scrivo perché non sono adatti ad agricoltori biodinamici alle prime armi.
  • -          Spargere foglie di quercia tra gli ortaggi, il cui odore sembra essere sgradito alle lumache (questo si può fare anche in agricoltura sinergica)
Cosa farebbe l’agricoltura BIOLOGICA

   L’agricoltura biologica nasce dalla consapevolezza della sempre più grande quantità di veleni usati in agricoltura convenzionale, che finiscono poi nel piatto tutti i giorni. Si propone di sostituire i prodotti chimici con quelli naturali, allo scopo di ottenere cibo meno avvelenato e più salutare. 
   L’agroindustria, vedendosi diminuita la vendita dei prodotti chimici usati dall’agricoltura biologica, sta ‘correndo ai ripari’ sfornando ogni anno numerosi prodotti pronti all’uso ‘da estrazione naturale’.
I suggerimenti per la lotta alle lumache quindi sono:
  • -          Vaschetta di birra interrata
  • -          Cenere, gusci d’uovo, aghi di pino, foglie di quercia, fondi di caffè ecc…
  • -          Bucce di agrumi, tavole di legno, cartoni cattura limacce (che poi vanno allontanate o uccise)
  • -          Fosfato ferrico (Ferramol)


martedì 20 maggio 2014

Corso 24-25 Maggio 2014 "Coltivare cibo sano nell'orto di casa"

Prossimo appuntamento sabato e domenica 24-25 Maggio, su una collina vista mare dietro a Vada (LI) 



 24.25 Maggio 2014 a Vada (Livorno): Laboratorio Teorico Pratico di orticoltura familiare: dall’agricoltura naturale a quella sinergica, i suggerimenti dell’ agricoltura biodinamica, in un ottica di progettazione in permacultura.

Costruiremo un bancale sinergico facente parte di un grande orto in costruzione a tappe.
Potremo vedere lo sviluppo di altri bancali costruiti nel Gennaio 2014.
Parleremo della gestione delle erbe spontanee, delle consociazioni, della riproduzione delle piantine da orto e delle sementi.

Consigliato per chi è all’inizio e vuole una infarinatura su vari argomenti che andranno approfonditi in seguito.

Per info e iscrizioni: Cristina Di Carpegna
email: cristinadicarpegna@yahoo.it
Tel.: 331.6402609
www.letassinaie.com

martedì 6 maggio 2014

Riproduzione in purezza del seme di bietola antica livornese da taglio

In questi giorni ho provveduto all'isolamento delle piante di bietola antica livornese da taglio, in procinto di fiorire, per riprodurre il seme in purezza.




La bietola è un tipo di ortaggio che potrebbe incrociarsi con altre varietà, anche se sono a centinaia di metri di distanza. 


Per questo motivo, per riprodurre in purezza i semi di bietola è necessario utilizzare la procedura dell' ingabbiamento: occorre cioè costruire una specie di 'gabbia' che contenga un certo numero di piante per intero. 



Ho costruito quindi una gabbia con canna comune (arundo donax) e fil di ferro messo a doppio, tutta intorno alle piante di bietola.


Ho ricoperto la gabbia con 'tessuto non tessuto' alto 2 metri ed ho sotterrato il bordo alla base, bloccandolo con un mattone ogni 50 cm circa, per una maggiore resistenza al vento e al passaggio di piccoli animali.


Ho 'cucito' tra loro i vari teli con la spillatrice in modo da non lasciare nemmeno la più piccola fessura.


Ho sigillato anche tutto il lato superiore con la spillatrice, coprendo la gabbia con un cappuccio ermetico.

Nel caso della bietola, isolare solo un grappolo di fiori, o solo una pianta, porterebbe ad una 'depressione genetica' dovuta ad inbreeding (inincrocio): ovvero ad un impoverimento e indebolimento della genetica della pianta paragonabile a quello che succederebbe agli esseri umani se si accoppiassero con consanguinei (cugini, fratelli) per diverse generazioni.

Per questo motivo ho isolato 16 piante della stessa varietà, sperando che ciò possa essere sufficiente a mantenere forte il patrimonio genetico. 


I semi della bietola antica livornese da taglio mi sono stati dati dal prof. Macchia della facoltà di agraria di Pisa, grazie a Claudio Pozzi della Rete Semi Rurali, che ci ha messi in contatto. Ecco la scheda tecnica che si può consultare nel sito dell'Arsia della regione Toscana: 

http://germoplasma.arsia.toscana.it/Germo/modules/MESI_Menu/Elemento.php?ID=959

Specie erbacee

Bietola Livornese da taglio
( Varietà )

FAMIGLIA: Chenopodiaceae;
GENERE: Beta;
SPECIE: Beta vulgaris var. cycla;
N. VE_081 inserita il 13-05-2010

 L'accessione è a rischio di erosione genetica!
Difficoltà nel reperire il seme dovute anche al ciclo biennale della coltura. Inoltre la semina diretta comporta una elevata quantità di seme necessario. Purtroppo ormai soltanto i coltivatori più anziani provvedono alla riproduzione del seme a livello aziendale. Per ovviare quindi alla carenza di seme gli orticoltori con più ampie superfici sono ricorsi all'acquisto di seme prodotto e selezionato da una ditta sementiera che moltiplica il materiale ex situ (Emilia Romagna). Le caratteristiche riproduttive della specie (impollinazione anemofila) possono costituire un rischio di inquinamento genetico e di perdità della tipicità dell'accessione.
Sog. proponenti e Tec. ref.
Sog. interessati alla valorizzaz.
Erosione Genetica
Cenni Storici
Zona Origine e Sito Individ.
Zona Tipica di Produzione
Area di Diffusione
Banca Reg. Germoplasma
Coltivatori custodi
Consistenza
Caratteristiche agronomiche
Utilizzazione del prodotto
Carat. tecnologico-organolettiche
Descrizione Morfologica




Bietola Livornese da taglio - foglie da sopra

Bietola Livornese da Taglio - foglie da sotto

  1. Università degli Studi di Pisa - Dipartimento di Agronomia e Gestione dell'Agroecosistema (DAGA) 
    Via San Michele degli Scalzi, 2 / Facoltà d'Agraria
    56124 - Pisa (PI)
    Tel.: 050 2218940, Fax: 050 2218970
    e-mail:macchia@agr.unipi.it
    Attività: Unità di Ricerca e Conservazione del Germoplasma
    Tecnici Referenti:
    • Prof. Macchia Mario
      DAGA Università di Pisa
      Via S. Michele degli Scalzi, 2
      56124 - Pisa (PI)
      Tel.: 050/2218900-2218, Fax: 050/2218970
      e-mail:macchia@agr.unipi.it
      Attività: Ricerca scientifica


Dopo aver restituito all'università la parte che mi è stata donata, invierò parte dei semi a chiunque voglia coltivare questo ortaggio, preferibilmente nel territorio livornese, perchè è una varietà a rischio di estinzione che vale la pena salvare per la sua bontà e dolcezza, ingrediente fondamentale del famoso piatto livornese 'Seppie con la bietola'! :)
Ricetta tratta dal sito de 'La Livornina'
http://www.lalivornina.it/LIVORNO%20A%20TAVOLA/RICETTE%20LIVORNESI%20DI%20MARE%20SECONDI%20PIATTI/SEPPIE%20CON%20LA%20BIETOLA.htm
Video-Ricetta dello chef Il Bocca, dell' Ovosodo di Livorno:
https://www.youtube.com/watch?v=EMGT0hlLHmE

sabato 22 marzo 2014

La gestione delle erbe spontanee nei bancali permanenti (parte 2)


La crescita sana degli ortaggi in un bancale rialzato permanente è favorita anche dalla presenza delle erbe spontanee. 

Nella foto si vede come, dopo soli 13 giorni dalla sforbiciata dell'8 Marzo, le due lattughe sono giunte rapidamente a maturazione. Quella di sinistra è stata già raccolta, e ieri ho raccolto questa nella foto. 

Su questi bancali non sono stati aggiunti fertilizzanti di nessun tipo da 4 anni. Da dove li prendono i nutrienti di cui hanno bisogno?



La mondatura degli ortaggi la faccio direttamente sul bancale: in questo modo il terreno non rimane scoperto e viene incrementata la materia organica, che diventa nutrimento per i microrganismi. 

Ogni pianta preleva dal terreno solo il 4-6% di tutta la sua massa. Restituire quindi le foglie esterne degli ortaggi e sforbiciare gli eccessi di erbe spontanee è un'azione di concimazione e annaffiatura allo stesso tempo, a cm 0. 
Circa l'80% delle piante infatti è costituito da acqua: restituirle al terreno significa portare in superficie l'acqua che esse hanno raccolto in profondità con le radici: micro-pozzi automatici a cm 0!


L'acqua è uno dei fattori più importanti per la crescita ottimale delle piantine da orto, ed è anche il fattore più difficile da gestire, specialmente in serra.

Come si vede dalla foto, un rapido innalzamento della temperatura, dovuto ad un ritardo dell'apertura delle porte, delle finestre e dei tettini della serra, ha provocato una veloce evaporazione dell'acqua, favorita da un terreno fresato e non pacciamato, con conseguente 'svenimento' di queste povere bietole.

L'assenza di qualsiasi forma di vita intorno a queste bietole, sia sotto terra (mancanza di radici di altre piante che sostengono l'humus, il quale è capace di trattenere l'acqua) sia sopra terra (mancanza di parte aerea di altre piante, che, traspirando dalle foglie, creano un ambiente più umido), non aiuta certo queste bietole a procacciarsi l'umidità di cui hanno bisogno.


Le bietole qui sopra invece, distanti solo pochi metri da quelle 'svenute', non sembrano risentire affatto del colpo di calore. Di diverso dalle altre hanno il terreno pacciamato, erbe spontanee vicino alle radici e sono di una varietà antica, la 'livornese da taglio'.

In questi anni ho osservato quindi che, oltre a nutrire il terreno con gli zuccheri rilasciati dalle radici e con l'apporto di materia organica operato con i tagli, le erbe spontanee mantengono più a lungo l'umidità. Da quando lascio crescere le spontanee intorno agli ortaggi, non ho più avuto bisogno di usare nessun tipo di concime e il numero e la quantità di irrigazioni necessarie si è ridotta tantissimo. 



Se questo è ciò che accade nella mia serra, da quando sono passata dal biologico tradizionale ai bancali permanenti, perchè ci raccontano che 'le infestanti entrano in competizione con gli ortaggi coltivati per quanto riguarda nutrienti ed acqua' e quindi vanno regolarmente eliminate?

Perchè devo ammattire a sarchiare e zappettare intorno alle piante se poi questo mi comporta doverle annaffiare di più, doverle concimare, per poi vederle comunque 'svenire' ad ogni sbalzo di temperatura o ad ogni levar di vento?

Dalla foto qui sotto si vede di quanta acqua c'è bisogno per riuscire a mantenere umido un terreno fresato, non pacciamato e privo di erbe spontanee.



Oltretutto, stando insieme alle spontanee, le mie piante si ammalano molto meno e quindi mi risparmio anche la fatica e il costo di dover intervenire con degli antiparassitari (anche se ammessi nel protocollo del biologico). Qui sotto una foto del marzo del 2013 dove si possono vedere una miriade di ortaggi diversi insieme ad erbe spontanee di ogni tipo: bietole, cavolo nero, sedano, radicchio, insalata romana, cipolle... Tutti sembrano godere di ottima salute.



In conclusione, lasciando crescere (in modo controllato, come ho spiegato) le erbe spontanee intorno agli ortaggi, ho osservato i seguenti vantaggi:
  • riduzione del fabbisogno di acqua (e di elettricità per accendere l'impianto di irrigazione)
  • eliminazione completa di qualsiasi concime o fertilizzante (anche naturale)
  • eliminazione completa di qualsiasi antiparassitario (anche naturale)
  • eliminazione completa si qualsiasi zappettatura, sarchiatura o estirpazione delle erbe
  • eliminazione completa di qualsiasi mezzo meccanico per le lavorazioni del terreno, del carburante per farlo funzionare e dei costi di manutenzione
  • maggiore produzione
  • maggiore resistenza alle malattie
  • maggiore resistenza agli sbalzi termici
  • maggiore resistenza all'azione prosciugante del vento
  • riduzione del tempo trascorso a svolgere tutte le suddette operazioni

Uno dei principi della permacultura è 'osserva e interagisci': in questi anni ho osservato le reazioni delle piante alle varie operazioni colturali ed il mio conseguente interagire è stato di ridurre via via gli interventi: lavorare sempre meno.

Ho potuto sperimentare in questo modo, come sia vero ciò che Masanobu Fukuoka ci dice attraverso i suoi libri, e cioè che 'non fare niente (o quasi, dico io) è il miglior metodo agricolo'.



sabato 8 marzo 2014

La gestione delle erbe spontanee nei bancali permanenti


 La gestione delle erbe spontanee nei bancali permanenti non è altro che una raccolta: non diserbo (le erbe non devono essere rimosse), non estirpazione (le erbe non devo essere estirpate) non rasatura al suolo, o 1 cm sopra o sotto terra ( le erbe devono continuare ad avere una parte aerea).

 Ogni filo d'erba, come ogni pianta, rilascia nel terreno il 25% dell'energia che con grande lavoro sintetizza dal sole, attraverso le radici, sotto forma di zuccheri. A chi vanno questi zuccheri? E perchè la pianta cede una fetta così importante della sua energia?

 Questi zuccheri vanno a nutrire i miceti (funghi) che vivono in simbiosi con le radici della pianta: le micorrize.
 Le micorrize sono l'anello di congiunzione tra la pianta (mondo vegetale) ed il minerali presenti nel terreno: è grazie a loro che la pianta riesce ad assorbirli. 
 Per questo, più radici ci sono nel terreno e più nutrimento viene rilasciato alle micorrize. Di conseguenza, più micorrize ci sono e più la pianta assorbe i minerali di cui ha bisogno. 
 E' importante quindi che le erbe spontanee siano presenti in quantità e non vengano estirpate, le radici devono stare sotto terra ed intricarsi con le radici dei nostri ortaggi: in questo modo riceveranno più nutrimento grazie alla maggior presenza di micorrize. 
 La competizione è un'idea presente soltanto nella testa dell'uomo.

 Anche la parte aerea è molto importante: attraverso di essa la pianta rilascia nell'aria sostanze volatili che arricchiscono l'ambiente intorno di profumi ed essenze utili al disorientamento dei parassiti specifici dei nostri ortaggi. 
 Si crea inoltre un ambiente umido intorno, utile specialmente in serra dove si verificano con più facilità situazioni di stress da eccesso di calore. 
 Con le radici le erbe spontanee vanno a pescare l'umidità in profondità e la trasportano in superficie, contribuendo a mantenere umido e soffice l'ultimo strato di terra, quello dove cresce la maggior parte degli ortaggi, riducendo così la quantità delle irrigazioni necessarie.


 Con un paio di forbiciate ho riportato gli ortaggi in una situazione di maggiore esposizione alla luce, il nutrimento più importante, senza privarli di tutti i vantaggi delle erbe spontanee elencati in precedenza. Esse costituiscono una pacciamatura vivente che protegge il terreno, e tutti i suoi abitanti, dalla violenza dei raggi solari (e dalle piogge, nel caso di colture all'aperto).

 Infine, in un ambiente non alterato dalle continue lavorazioni, la varietà delle erbe spontanee aumenta e molte sono commestibili, come il centocchio (stellaria media) qui nella foto, con il quale si possono fare ottime frittate, risotti, minestre o insalate. E' molto nutriente, contiene vitamine (B e C), proteine, grassi e fibre. Oltre che per noi è buono come erba per nutrire polli, galline, oche e uccellini.

 Se invece non abbiamo voglia nè di mangiare il centocchio, nè di portarlo alle galline, possiamo lasciare la parte tagliata in loco e avremo fatto una concimazione azotata ai nostri ortaggi.
 Quanti vantaggi per due colpi di forbici! E le chiamano 'erbacce'....



 E quanto lavoro e fatica risparmiati, rispetto a quando facevo il biologico tradizionale, per zappettare e sarchiare! Faticavo e creavo intorno alle mie piante il deserto, come in questa foto. Molto lavoro in più e molta necessità di acqua e nutrienti.

venerdì 7 marzo 2014

L'orto all'inizio di Marzo 2014

Con l'allungarsi delle giornate i nasturzi crescono veloci e si arrampicano sui sostegni permanenti. Il bello dell'orto naturale è proprio il suo carattere di 'permanenza', ovvero non c'è bisogno ogni anni di sfare tutto, sostegni compresi, e rifare ogni volta tutto da capo. Dopo la 'pausa' invernale è già tutto pronto per ricominciare a seminare e trapiantare: non c'è bisogno di arare, fresare, sminuzzare, zappettare, rastrellare, tendere fili, fare solchi, stendere tubi gocciolanti nei solchi, posizionare i tutori per le piante rampicanti e i pomodori. Tutte queste operazioni sono già state fatte all'inizio di 4 estati fa e non ci sarà più bisogno di rifarle. Ogni anno si riparte da uno stadio molto avanzato dei 'lavori': semina e trapianto. Dopo di che ci sarà la fase della raccolta e il ciclo riparte da capo. 

La raccolta è sempre un momento emozionante. Ogni volta mi stupisco di come nell'orto naturale gli ortaggi rimangano più puliti e più sani rispetto a quando facevo il semplice orto biologico: queste barbine rosse sembrano quasi finte! Se non le avessi seminate, trapiantate e coltivate io, non ci crederei davvero che non è stato impiegato nessun antiparassitario e nessun tipo di concime!

E queste insalate? Lo stesso, paiono finte: a fatica si trova un morso di lumaca. Mi ricordo di quando all'inizio, 14 anni fa, il buon Garzelli mi urlava: << o coglionaaaa, se non ci dai la 'roba' non ti viene nullaaaa!!!>>, quando lo fermavo durante le sue spiegazioni sui veleni da usare, dicendogli che quella parte lì non mi interessava. Meno male che non mi doveva venire nulla!!! Ho imparato molto dal Garzelli, è un signore molto generoso e da tante spiegazioni: epoche di semina, distanze, attrezzature per la serra, ecc... Non è facile trovare agricoltori professionisti che ti raccontino volentieri i segreti del mestiere.


E questo peperone? Che ci fa a Marzo? I peperoni non sono mai andati a riposo durante l'inverno: hanno continuato a produrre peperoni ininterrottamente dalla scorsa estate. Solo le foglie presentano dei segni di stanchezza, con i bordi un po' seccati. Questa pianta, un corno di toro rosso, si prepara a trascorrere la sua seconda estate di fila: se continua così dovrò metterle un nome, come a Leopoldo e Tancredi, due corni di toro gialli di 5 anni, ma questa è un'altra storia.