sabato 22 marzo 2014

La gestione delle erbe spontanee nei bancali permanenti (parte 2)


La crescita sana degli ortaggi in un bancale rialzato permanente è favorita anche dalla presenza delle erbe spontanee. 

Nella foto si vede come, dopo soli 13 giorni dalla sforbiciata dell'8 Marzo, le due lattughe sono giunte rapidamente a maturazione. Quella di sinistra è stata già raccolta, e ieri ho raccolto questa nella foto. 

Su questi bancali non sono stati aggiunti fertilizzanti di nessun tipo da 4 anni. Da dove li prendono i nutrienti di cui hanno bisogno?



La mondatura degli ortaggi la faccio direttamente sul bancale: in questo modo il terreno non rimane scoperto e viene incrementata la materia organica, che diventa nutrimento per i microrganismi. 

Ogni pianta preleva dal terreno solo il 4-6% di tutta la sua massa. Restituire quindi le foglie esterne degli ortaggi e sforbiciare gli eccessi di erbe spontanee è un'azione di concimazione e annaffiatura allo stesso tempo, a cm 0. 
Circa l'80% delle piante infatti è costituito da acqua: restituirle al terreno significa portare in superficie l'acqua che esse hanno raccolto in profondità con le radici: micro-pozzi automatici a cm 0!


L'acqua è uno dei fattori più importanti per la crescita ottimale delle piantine da orto, ed è anche il fattore più difficile da gestire, specialmente in serra.

Come si vede dalla foto, un rapido innalzamento della temperatura, dovuto ad un ritardo dell'apertura delle porte, delle finestre e dei tettini della serra, ha provocato una veloce evaporazione dell'acqua, favorita da un terreno fresato e non pacciamato, con conseguente 'svenimento' di queste povere bietole.

L'assenza di qualsiasi forma di vita intorno a queste bietole, sia sotto terra (mancanza di radici di altre piante che sostengono l'humus, il quale è capace di trattenere l'acqua) sia sopra terra (mancanza di parte aerea di altre piante, che, traspirando dalle foglie, creano un ambiente più umido), non aiuta certo queste bietole a procacciarsi l'umidità di cui hanno bisogno.


Le bietole qui sopra invece, distanti solo pochi metri da quelle 'svenute', non sembrano risentire affatto del colpo di calore. Di diverso dalle altre hanno il terreno pacciamato, erbe spontanee vicino alle radici e sono di una varietà antica, la 'livornese da taglio'.

In questi anni ho osservato quindi che, oltre a nutrire il terreno con gli zuccheri rilasciati dalle radici e con l'apporto di materia organica operato con i tagli, le erbe spontanee mantengono più a lungo l'umidità. Da quando lascio crescere le spontanee intorno agli ortaggi, non ho più avuto bisogno di usare nessun tipo di concime e il numero e la quantità di irrigazioni necessarie si è ridotta tantissimo. 



Se questo è ciò che accade nella mia serra, da quando sono passata dal biologico tradizionale ai bancali permanenti, perchè ci raccontano che 'le infestanti entrano in competizione con gli ortaggi coltivati per quanto riguarda nutrienti ed acqua' e quindi vanno regolarmente eliminate?

Perchè devo ammattire a sarchiare e zappettare intorno alle piante se poi questo mi comporta doverle annaffiare di più, doverle concimare, per poi vederle comunque 'svenire' ad ogni sbalzo di temperatura o ad ogni levar di vento?

Dalla foto qui sotto si vede di quanta acqua c'è bisogno per riuscire a mantenere umido un terreno fresato, non pacciamato e privo di erbe spontanee.



Oltretutto, stando insieme alle spontanee, le mie piante si ammalano molto meno e quindi mi risparmio anche la fatica e il costo di dover intervenire con degli antiparassitari (anche se ammessi nel protocollo del biologico). Qui sotto una foto del marzo del 2013 dove si possono vedere una miriade di ortaggi diversi insieme ad erbe spontanee di ogni tipo: bietole, cavolo nero, sedano, radicchio, insalata romana, cipolle... Tutti sembrano godere di ottima salute.



In conclusione, lasciando crescere (in modo controllato, come ho spiegato) le erbe spontanee intorno agli ortaggi, ho osservato i seguenti vantaggi:
  • riduzione del fabbisogno di acqua (e di elettricità per accendere l'impianto di irrigazione)
  • eliminazione completa di qualsiasi concime o fertilizzante (anche naturale)
  • eliminazione completa di qualsiasi antiparassitario (anche naturale)
  • eliminazione completa si qualsiasi zappettatura, sarchiatura o estirpazione delle erbe
  • eliminazione completa di qualsiasi mezzo meccanico per le lavorazioni del terreno, del carburante per farlo funzionare e dei costi di manutenzione
  • maggiore produzione
  • maggiore resistenza alle malattie
  • maggiore resistenza agli sbalzi termici
  • maggiore resistenza all'azione prosciugante del vento
  • riduzione del tempo trascorso a svolgere tutte le suddette operazioni

Uno dei principi della permacultura è 'osserva e interagisci': in questi anni ho osservato le reazioni delle piante alle varie operazioni colturali ed il mio conseguente interagire è stato di ridurre via via gli interventi: lavorare sempre meno.

Ho potuto sperimentare in questo modo, come sia vero ciò che Masanobu Fukuoka ci dice attraverso i suoi libri, e cioè che 'non fare niente (o quasi, dico io) è il miglior metodo agricolo'.



2 commenti:

  1. Cara Raffaela ho cominciato din 19.03 2014 da fare gli bancali , sono arivata questa sera a 9 bancali permanenti e ci sono ancora da fare , al meno 20 anche anche di più, sono 8 m di lungheta, e facio da sola, spero che fino al 8 di aprile die finire gli bancali per cominciare anche da seminare perchè ce la luna favorevole. non vedo ora de finire ed seminare. Grazie di cuore per notizie, ti bevo tutte le parole, grazie!!!!!!!!!!!!!!!!!,ti voglio bene!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Ciao Raffaella,
    molto interessante l'articolo che hai scritto, ma quando parli di maggiore produzione il confronto lo fai con un orto che viene sarchiato costantemente?

    Grazie ancora
    Ruggero

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